Abruzzo in un giorno – Alba Fucens

alba fucens
Ph. @cdigiammarco

di Roberta Tinarelli

I tesori della Marsica #1

Alba Fucens e il lago fantasma

Ciao e bentornati su Abruzzo in un giorno!

Dopo aver esplorato la Maiella e la Costa dei Trabocchi, ci apprestiamo a scoprire le meraviglie della Marsica.

Siamo in provincia di L’Aquila, quasi al confine col Lazio, nel territorio compreso tra la Valle Peligna e la Conca Aquilana. Il nome deriva dall’antico popolo dei Marsi, che in epoca preromana abitava sulle sponde del Lago Fucino. Se sperate in una gita in barca, mi spiace, ma rimarrete delusi. Prosciugato da oltre un secolo, il Fucino è ormai diventato un “lago fantasma”, un antico specchio d’acqua trasformato in fertile pianura.

La nostra esplorazione inizia dal piccolo comune di Massa d’Albe, arroccato alle pendici del Monte Velino. Davanti a noi si estende uno dei siti archeologici più famosi e meglio conservati della regione.

Benvenuti ad Alba Fucens, prima tappa del nostro itinerario.

Alba Fucens fu una delle più importanti colonie latine, avamposto strategico e roccaforte dell’Urbe in un territorio tradizionalmente ostile. I Romani fondarono la città nel 303 a.C., collocando circa 6000 coloni al posto degli Equi. Questi ultimi furono letteralmente spazzati via, cancellati da una città che si dimostrò fedele alleata di Roma, ricevendo in premio l’elevazione a status di municipio.

In età imperiale Alba Fucens conobbe il periodo di massimo splendore, anche grazie al parziale prosciugamento del Lago Fucino avviato dall’imperatore Claudio nel I secolo d.C. Nel IX secolo la popolazione si spostò sull’altura dove sorgeva l’antica acropoli, dando vita all’abitato medievale di Albe. Partiamo proprio da qui con una visita ai ruderi del Castello Orsini, abbandonato, insieme al borgo medievale, dopo il terremoto del 13 gennaio 1915.

Alba Fucens
Veduta del sito archeologico di Alba Fucens (foto di Claudio Di Giammarco @cdigiammarco)

Dal castello scendiamo a piedi verso il sito archeologico, ammirando lo splendido paesaggio che ci circonda. L’insediamento è tornato alla luce grazie agli scavi della missione archeologica belga, durati per circa trent’anni a partire dal 1949. Attraversiamo la cinta muraria che racchiude la città per circa 3 km, raggiungendo l’arteria principale, via del Miliario. Il cuore di Alba Fucens è il forum (la “piazza”) dove scorgiamo i resti dei principali edifici pubblici come le tabernae, il macellum (mercato), la basilica e le terme.

Dopo aver visitato l’antica colonia e aver percorso le sue strade, ci dirigiamo verso la piccola altura situata a ovest. Qui troviamo il suggestivo anfiteatro, ben conservato e ancora utilizzato per spettacoli durante l’estate (foto in copertina, di Claudio Di Giammarco). L’edificio ha forma ellittica e risale al I secolo d.C.; nella parte inferiore notiamo i passaggi da cui entravano i gladiatori. Fermiamoci al centro della cavea, chiudiamo gli occhi e immaginiamo di vedere uomini muscolosi e belve feroci, circondati dagli schiamazzi della folla assiepata sui gradoni.

Il sito di Alba Fucens è aperto tutti i giorni dall’alba al tramonto e l’ingresso è completamente gratuito.

Proseguiamo la nostra passeggiata risalendo la collina di San Pietro, dove ci aspetta un’altra meraviglia architettonica. Dopo una breve salita arriviamo davanti la Chiesa benedettina di San Pietro in Albe, costruita nel IX secolo sui resti del tempio di Apollo. L’interno, pur di piccole dimensioni, conserva un fascino raffinato e armonico. Le tre navate cono scandite da pregevoli colonne in stile cosmatesco che, insieme all’ambone duecentesco, rappresentano uno dei rari esempi di quest’arte in Abruzzo. Questo gioiello è arrivato a noi grazie al meticoloso lavoro di restauro avviato nel 1957, che ha rimediato ai danni del terremoto restituendo l’aspetto romanico della chiesa.

Alba Fucens
Interno della Chiesa di San Pietro in Albe (foto di Davide Rizzo @the_stellar_supertramp)

Questo affascinante viaggio indietro nel tempo ci ha messo un certo appetito. Ripercorriamo la strada a ritroso per raggiungere L’Alchimista del Borgo, un albergo diffuso situato nel borgo medievale di Albe. Oltre a camere e suite, la struttura comprende anche un bistrot ideale per la nostra pausa pranzo. Ci fermiamo per gustare piatti e vini tipici in un’atmosfera d’altri tempi, circondati da un panorama esclusivo.

Il bistrot de L’Alchimista del Borgo (immagine presa dal sito internet della struttura)

La pausa era d’obbligo prima della meta che ci attende. Non spaventatevi, vi sto per portare in un posto assolutamente magnifico! Con mezz’ora di macchina raggiungiamo la seconda tappa del nostro viaggio: le Gole di Celano.

Ci troviamo nel canyon più famoso dell’Appennino centrale, situato tra il Monte Tino e il Velino. Dopo aver seguito le indicazioni per “la Foce” e parcheggiato, ci addentriamo in uno scenario spettacolare, avvolti dal grembo stesso della montagna. Avanziamo tra le due pareti di roccia alte fino 200 metri e sempre più strette, fino a raggiungere appena 3 metri di larghezza. Il sentiero ha diversi gradi di difficoltà ed è facilmente percorribile fino alla Fonte degli Innamorati, a 1029 metri d’altezza. A questo punto sta a voi la scelta: tornare indietro o proseguire verso la parte più ardua del percorso che conduce fino a Ovindoli, presso l’Altopiano delle Rocche.

Considerate che da Celano alla Fonte degli Innamorati sono circa 5 km di sentiero, per un totale di 10 km a/r e una durata di circa 4 ore. Il percorso completo fino a Ovindoli è lungo 8 km (16 con il ritorno). Munitevi di acqua, scarpe comode, vestiario adatto e, possibilmente, di caschetto. State alla larga delle Gole nei periodi piovosi e affrontate il percorso più impegnativo solo se ben equipaggiati e allenati. Anche con una semplice passeggiata di un 1/2 ore, fattibile per chiunque, si scoprono meraviglie uniche e scorci indimenticabili.

Gole di Celano
Il canyon nelle Gole di Celano (foto di Davide Presutti @presutti.davide)

Dalla natura selvaggia facciamo ritorno “alla civiltà” per la terza e ultima tappa: Celano.

Dopo l’escursione ricarichiamo le energie con un bel caffè accompagnato da una ferratella farcita di marmellata (alias neola, cancellata, pizzella, etc.). Partiamo alla scoperta di quest’accogliente paese arrampicato sul fianco della verdeggiante Serra di Celano – compresa nel Parco Regionale del Sirente-Velino.

Il nostro sguardo è subito rapito dall’imponente Castello Piccolomini, che con la sua mole solida svetta sull’intero borgo, a coronamento di case e palazzi. Pietro Berardi, conte di Celano, iniziò la costruzione del castello nel 1392, sfruttando i resti di precedenti fortificazioni. Da struttura difensiva, l’edificio diventò presto una maestosa residenza, passata poi nelle mani di Antonio Todeschini Piccolomini, nipote di Papa Pio II. I danni del terremoto del 1915 sono stati cancellati dai restauri degli anni Sessanta, che hanno restituito il simbolo di Celano al suo antico splendore.

castello piccolomini celano
Il Castello Piccolomini di Celano (foto di Claudio Di Giammarco @cdigiammarco)

La struttura è una sintesi perfetta tra elementi medievali e rinascimentali, dotata di ponte levatoio e quattro torri merlate in stile ghibellino. Entriamo nella solida fortezza per scoprirne l’interno e visitare il Museo d’Arte Sacra della Marsica. Qui è ospitata una straordinaria collezione che spazia dal VI al XVIII secolo. Un’ala è poi dedicata alla Collezione Torlonia, costituita dai reperti scoperti sul fondo del Fucino durante i lavori del definitivo prosciugamento nel 1878.

L’esplorazione di Celano prosegue attraverso le sue strade, alla scoperta dei principali monumenti come la Chiesa duecentesca di San Giovanni Battista e la centrale Piazza IV Novembre. Possiamo concludere il giro con un aperitivo o una visita all’imperdibile Museo Preistorico di Celano, situato in Località Paludi ad appena 10 minuti di macchina. Da fuori ci appare quasi come un laboratorio scientifico, parzialmente interratto nella collina. Oltre a spazi espositivi e laboratori, troviamo i resti del villaggio palafitticolo che sorgeva sulle sponde del Fucino fin dal III millennio a.C. Si conservano i pali lignei delle capanne e le tombe a tumulo della necropoli dell’Età del Bronzo, con tanto di tronco d’albero usato a mo’ di sarcofago.

Con questa bella scorpacciata di storia – e di preistoria – il nostro viaggio giunge al termine.

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Ci vediamo al prossimo viaggio!

Tappe alternative: Avezzano, Ovindoli, Aielli

Idee aggiuntive: Fare il percorso al contrario per visitare il sito archeologico al tramonto

Come arrivare ad Alba Fucens: Autostrada dei Parchi A24-A25 Roma-Pescara – uscita Avezzano o Magliano dei Marsi – Strada Panoramica fino all’incrocio Massa d’Albe/Avezzano/Alba Fucens (Località Arci) – indicazioni per il sito archeologico (comune di Massa d’Albe)

Info e approfondimenti:

Feste e sagre di Massa d’Albe:

  • 26 dicembre, Piccole Reliquie
  • Pasquetta, Grandi Reliquie o “Lunedì in albis”
  • Agosto, sagra del croccante

Feste e sagre di Celano:

  • 22 maggio, festa di Santa Rita
  • Processione del Venerdì Santo
  • Agosto, Palio delle Torri
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